ADS a processo: assolto dal falso ideologico in atto pubblico e riconosciuta dal Collegio la tesi difensiva in ordine al reato di peculato

Il processo si è concluso con una condanna a 2 anni di reclusione, ma l’imputato si gioverà della sospensione della pena
Attualità Rimini | 18:06 – 14 Marzo 2019
La vicenda fece molto scalpore nell’opinione pubblica. Un 62enne riminese, noto tecnico del suono nelle discoteche del riminese, era finito sotto indagine, accusato di aver intascato i soldi dei cugini disabili, approfittando del suo ruolo di amministratore di sostegno dei loro beni. Il processo si è concluso giovedì 14 marzo con una condanna a 2 anni di reclusione, ma l’imputato, difeso dall’avvocato Cristian Brighi, si gioverà della sospensione della pena. Il Sostituto Procuratore Davide Ercolani aveva chiesto condanna a 6 anni di reclusione.

LE ACCUSE. Il 62enne doveva rispondere di peculato e di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, con l’aggravante del rilevante danno economico, per aver sottratto 109.000 euro ai due cugini, giustificando i prelievi delle somme con dei rendiconti risultati falsi, secondo la pubblica accusa. Il giudice ha invece assolto il riminese da quest’ultima fattispecie di reato, perché il fatto non sussiste, disponendo la condanna per il peculato, senza aggravante, ma con le attenuanti: la somma contestata, circa 32.000 euro, è denaro che l’imputato aveva prelevato per far fronte ad alcune situazioni debitorie, ma a titolo di prestito. Un prestito che l’imputato aveva segnalato al giudice tutelare, prima del procedimento penale, e che aveva ottenuto con il benestare dei suoi assistiti. Ma questo gli è comunque costato la condanna davanti al giudice.”Una sentenza soddisfacente che ha compreso e valorizzato la reale scansione dei fatti, fin da subito narrata dal mio assistito”, ha commentato l’avvocato Brighi, che ha annunciato anche ricorso in Cassazione.


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